Non si può certamente dire che il nostro sessantaquattrenne cantautore non abbia rispettato il motto di “pochi ma buoni” perché infatti nei venticinque anni di carriera musicale la sua produzione discografica non ha riempito i scaffali dei negozi di dischi e neanche le tasche della sue case discografiche. Ha inciso infatti solo sette album, l’ultimo “Sleepless” risale a otto anni fa ed è considerato tra i primi 500 album di tutti i tempi per la rivista Rolling Stones.
Il comun denominatore delle quattordici canzoni che compongono l’album è la semplicità. I brani in effetti non sono particolarmente elaborati o tecnicamente innovativi anzi, per la loro struttura a volte sembrano un po’ “easy” come dire “di facile ascolto”. Ed è proprio questo che aumenta il valore artistico dell’album: creare facili canzoni senza per questo scadere nelle canzonette commerciali e superficiali. La mancanza di “appariscenza” ha frenato parecchio la scalata dei suoi dischi nelle classifiche di vendita anche se Wolf, pur consapevole, non me è mai stato interessato.
Wolf è un tradizionalista, un rock roll vecchio romantico, appartiene alla classe dei suoi coetanei Dylan e Springsteen e se il confronto sembra azzardato, visto che la maggior parte delle persone nemmeno lo conoscono, non lo è certo per i cultori della buona musica. Molto probabilmente la sua poco popolarità è sempre stata dovuta ad un eccesso di onestà e di integrità, fattori che poco vanno d’accordo col show business.
Le canzoni di “Midnight Souvenirs“, scivolano via una ad una nel cd player, senza noia, ognuna con una propria “vita”, con una propria storia e una propria struttura. I brani sono variopinti e passano per atmosfere emozionali senza fronzoli, toccando stili musicali diversi. La maturità e l’esperienza di Wolf è palpabile e la si sente nella voce, nei testi e nelle sonorità. Probabilmente nemmeno questo disco scalerà le classifiche dei dischi più venduti, di sicuro però, suonerà parecchio nelle nostre playlist.
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