L’ultima goccia di consapevolezza della Nostra amata Regina Immortalis ha indubbiamente aperto ad una serie di interrogativi che devono avere risposte.
Uno di questi interrogativi è perché la Signora Oscura non abbia voluto nominare una donna come sua Prima Adepta. A parte il discorso di Soror Asaf, delle sue capacità femminili e dei suoi intenti sulle linee guida da adottare nel Nostro Ordine, avrebbe potuto nominare Soror Wind, o Soror WNTR. Eppure ha scelto un altro Ish, un Adam maschio, ignorando di gran lunga le altre Sorelle, che pure facevano parte del Consiglio, quindi erano preparate alla mansione.
Anche qui si potrebbe obiettare che il Consiglio non andava a genio all’Aurora del Favonio! Giusto! Avrebbe potuto distruggerlo, come fatto, e comunque nominare una delle due Sorelle che ne facevano parte, obbligandole a seguire i Suoi dettami. Il potere per fare ciò a Lilith non manca, quindi perché non seguire questa strada? Perché dire:
“Adamiti inconsapevoli di cosa siano i principi dell’Emanazione in cui esistete!”
Abbiamo così cominciato un’indagine tra i nostri manoscritti nella disperata ricerca di una risposta e, come succede spesso in questi casi, ecco che così casualmente (che casualmente non lo è mai come ci ricorda la Signora Nostra nella sua ultima goccia) compare questo autografo nelle scartoffie di Frater BRSHT a firma de La Fratellanza Ermetica di LUXOR.
Noi tutti conosciamo la Fratellanza per via del Rituale Ermetico della Luna Nera, rituale che mutua gran parte della simbologia e della progressione delle azioni da un Loro rituale di Invocazione / Evocazione.
Cominciamo subito col dire che orami di segreto c’è ben poco, dato che lo stesso manoscritto - da cui traiamo le righe che leggerete più avanti - è una copia fatta a mano da Frater BRSHT da un testo pubblicato nel 1995, come lo stesso Fratello specifica.
Si dice segreto perché all’epoca della Fratellenza, quando era ai suoi apici, tale documento era parte di un corpus di lezioni destinate solo agli iniziati della stessa, per la precisione a chi aveva ricevuto l’equivalente 5° grado nostro: Adeptus Minor.
Come scritto poco sopra, questo documento che risultava tra quelli personali di Frater BRSHT, l’abbiamo trovato in modo casuale mentre cercavamo una risposta alla domanda iniziale. Il fatto che sia capitato tra le mani così, inaspettatamente e, una volta letto, ci abbia ricordato la presenza di questo insegnamento: La Via di Lilith e la corretta Mentalità; sempre di Frater BRSHT, e qui pubblicato, ci ha fatto capire che questa doveva essere la risposta.
Anche in merito all’insegnamento La Via di Lilith e la corretta Mentalità va specificato che si tratta di una trascrizione, opportunamente modificata per l’occasione, fatta da Frater BRSHT di uno specifico passaggio della Qabalah Mistica di Dion Fortune.
Il passo era già sufficientemente utile per comprendere i motivi della decisione dell’Aurora, ma quanto tra poco riporteremo ne amplifica e specifica molti punti, portando l’Iniziato pronto dentro ai principi dell’Emanazione, conducendo la sua mente a comprendere pienamente la scelta fatta dalla Donna Scarlatta.
Di solito non rilasciamo documenti così profondi a persone non pienamente preparate. In altri termini qui, in questo spazio pubblico, un documento del genere non avrebbe mai avuto possibilità di essere inserito, ma la situazione è particolare, per cui abbiamo deciso di procedere con la pubblicazione. Ciò non esclude che alcuni passaggi possano risultare urticanti, addirittura odiosi a chi non ha la giusta preparazione per comprenderne la portata spirituale, alla base anche del messaggio della Nostra Signora. Purtroppo non si ha qui il tempo di spiegarli, per cui lo si farà in separata sede.
Buona lettura:
“ L’Alievo deve comprendere perfettamente che quanto segue rappresenta soltanto un’esposizione assai breve e limitata di alcuni simboli chiarificatori, relativi ai manoscritti precedenti; l’argomento, infatti, è di natura talmente vasta, in tutti i suoi dettagli, che su di essi potrebbero scriversi parecchi volumi. Comunque, anche se per ora ciò non è richiesto, nel momento in cui l’aspirante inizierà a capire pienamente i profondi significati disseminati in tutta questa breve esposizione, sarà in grado di proseguire tali studi con maggiore facilità; a tale proposito, se desidera sviscerare l’argomento nei suoi dettagli più complessi, dovrà studiare Rosicrucians e Phallicism di Jennings, nonché le opere di Inman, Levi e altri.
A titolo di semplice verifica, tuttavia, le seguenti pagine, connesse con i manoscritti precedenti, saranno più che sufficienti per gli obiettivi prefissati dell’ulteriore avanzamento e dell’iniziazione.
Emblemi sessuali, ovunque evidenti nelle sculture degli antichi templi, potrebbero sembrare impuri secondo la loro raffigurazione, ma nessuna mente pura e profonda li considererebbe così, poiché riconoscerebbe l’evidente semplicità, la solennità e il significato espresso da soggetti del genere. Quando la Scienza avrà individuato precisamente e infallibilmente l’origine della materia, e sarà riuscita a dimostrare che sono in errore gli Occultisti e i venerati sapienti antichi nel considerare la Materia (come fanno tuttora i loro epigoni) come una delle correlazioni dello Spirito: soltanto allora il mondo degli scettici prevenuti e vanagloriosi avrà il diritto di rigettare l’ancestrale Sapienza della Scienza sacra, o di lanciare l’accusa d’oscurantismo contro le antiche religioni. Ma non prima gli allora: e ciò non accadrà MAI!
I famosi Misteri di Eleusi, i riti bacchici, le feste in onore di Cerere, le orge di Cibele e di altri personaggi mitici del Pantheon greco; l’antica Massoneria, speculativa e operativa, e la sua discendente degradata e miope, la moderna Framassoneria, sono tutti fondati sui principi fondamentali espressi da questi antichi simboli sessuali. Ciascuno di questi simboli è un’idea incarnata che combina la concezione del divino invisibile con la sfera terrestre e visibile. Quasi tutti i nomi biblici hanno un riferimento diretto a idee sessuali. Le sillabe El, Om, On, Di, Mi, eccetera, come pure Adonai, Elia, Bael, Bel, Jehovah, Jah, Abramo, Sansone, Jachin, Boaz, Adamo, Eva, Maria, Esaù, Edon, Zeus, Jupiter, Thor, Odino, Helios, Dyoni, Dioniso, eccetera, sono tutti i nomi che esprimono idee sessuali; anche i nomi delle 12 tribù di Israele si riferiscono direttamente alle funzioni generative.
In connessione con questo simbolismo fallico, si può osservare come Arets, terra in ebraico, Adam, l’uomo; e H-Adam-H, la terra siano reciprocamente affini, presentano un significato analogo e sono raffigurati con una medesima forma. Gli ultimi due nomi derivano dalla radice דם (dm), che indica il sangue. Da essa si ha אדם, Adamo, che come verbo significa essere rosso, o essere coperto di sangue. Inoltre, il nome del Dio egizio corrispondente a Marte era Hordesher, in greco Ertosi, e il termine è semplicemente la forma caldea o ebraica di Arets, la Terra; le parole sono le medesime per Arts, ebraico, e Arts, egizio, come in Adamo per uomo, Marte e terra. Abbiamo quindi che Arets indica sia la terra che Marte. L’effusione di sangue si riferisca tanto al concepimento quanto alla morte. La raffigurazione simbolica di questo potere era il “Membrum virile”, “Martis generatoris”, Festis e Yoni. In realtà le pudende femminili sono sacre a Marte, dato che egli occupa la casa di Venere e quella dello scorpione. E, naturalmente, il suo simbolismo astrologico è ♂︎. Senza effusione di sangue non c’è remissione dei peccati.
L’insensatezza delle consuete traduzioni di Genesi 3,15 appare evidente a qualsiasi attento studioso di simbolismo sessuale: “Io potrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. Il vocabolo עקב, tradotto come tallone, calcagno, è un eufemismo, come i “piedi” in Isaiah 7:20; vedi anche Geremia 13:22, Naum 3:5, eccetera. La parte destinata a essere indicata con questa parola è pudenda muliebra (aka vagina N.d.A.); vedi dissertazione del Dottor Donaldson e quelle di molti altri. Si consideri inoltre come nelle antiche pitture indù il tallone venga rappresentato dinnanzi all’apertura dell’organo sessuale femminile, come per toccarlo (qui alcune immagini per comprendere il simbolismo N.d.A.). La circoncisione, o il cerchio di sangue tracciato sul Sacr, non era altro che un simbolo di questi misteri sessuali pieni di significato, e allo stesso modo in cui il termine Zacr o Sacr - ovvero portatore del seme, lo speciale vocabolo per l’organo riproduttivo maschile - è tradotto come maschio, così il termine “santificato” è distorto rispetto alla sua vera accezione. Si aveva la consuetudine di celebrare il memoriale dinnanzi al Signore con il Sacr, da cui il termine latino sacr-factum impiegato dal Sacerdote romano, e il termine Sacrificia, ovvero i sacrifici. Sacr si riferiva all’esistenza superiore dell’uomo su un diverso e superiore piano vitale, adombrato, come un Sacr-ment, nel corpo e nel sangue, nel pane nel vino, che simboleggiavano quindi il germe di quell’esistenza; come il Sacr, il pane e il vino erano veicoli della sua realizzazione.
Ancora, Caino viene rappresentato come il primo omicidio, e anche ogni uomo che discende per la quinta generazione è un omicida, a indicare miticamente i misteri sessuali. In ebraico Caino, קין, significa fabbro, artigiano, eccetera da cui si ha Vul-cain, che è la personificazione dell’arte di lavorare il ferro (in merito a tale argomento si deve assolutamente studiare questa bellissima lectio di Frater BRSHT in merito a Caino N.d.A.). Tubal-Cain l’istruttore di ogni artigiano dell’ottone, del ferro, eccetera. Sul piano astrologico, il pianeta Marte (♂︎) governa su materiali come il ferro, eccetera. Caino (o Marte) trafigge Abele, e il soldato romano (figlio di Marte) trafigge Gesù sulla croce. Il Nazareno è trafitto al costato sinistro, proprio come la donna fu tratta dal costato dell’uomo, nel racconto allegorico del Giardino dell’Eden. Anche Horus viene rappresentato in piedi nella barca nell’atto di trafiggere il capo del drago Tifone, o Aphophis. Lo scandinavo Thor colpisce la testa del Serpente con la sua mazza cruciforme; Apollo uccide Pitone, mentre San Giorgio e San Michele trafiggono il drago: tutti inequivocabilmente simboleggiando idee che esistono in ogni terra e con ogni clima.
Esaù e Giacobbe sono i gemelli allegorici che simboleggiano il principio duale sempre presente in natura. In principio, Dio - gli Elohim - creò l’uomo a propria immagine, maschio e femmina, padre e madre, due in uno, giacché entrambi esistono nella divinità. Giacobbe è Israele, che è il pilastro di sinistra e il principio femminile rispetto a Esaù, il rosso, che rappresenta il pilastro di destra il pilastro maschile. Il nome di Israele deriva da Isaral, o Asar, il dio Sole, anche noto come Sryad, Surya e Sur; Isra-el significa “forte con Dio”. La coscia di Giacobbe è ferita nella lotta al buio con l’Angelo, e allora il suo nome cambia in Israel. Il Sole che sorge su Giacobbe-Israele simboleggia la fecondazione della Materia, o della terra, rappresentata dal femminile Giacobbe, che diventa il maschile Israele. Tutti questi simboli sono assai eloquenti, perché Jehovah, Osiride, eccetera sono emblemi del principio attivo per eccellenza della Natura, oppure della forza che presiedono alla formazione o alla rigenerazione della materia, nonché alla sua dissoluzione, i due tipi di Vita e Morte, sempre fecondati sempre mutevoli, sotto il perpetuo influsso della Luce Astrale, che sta dietro la correlazione delle forze cieche.
Il termine Jehovah esprime l’idea originaria del maschile e del femminile come origine della vita perché (Je) indica il maschile, e Hovah è Eva.
I libri di Ermete mirabilmente dichiarano: “il numero uno (1) nasce dallo Spirito, e il numero dieci (10) dalla materia. L’Unità ha generato il Dieci, il Dieci l’Unità” (Libro dei Numeri, o Libro delle Chiavi). Il fallo | e lo Yoni 0 formano il numero 10, che in matematica comprende tutte le cifre. Nella numerazione romana il 10 è espresso dalla X o Croce, mentre la linea verticale con l’ovale posto obliquamente (⍉) forma ancora la ✚. Anche la croce terrestre del cielo, ripetuto in terra dalle piante e dall’uomo duplice. In questo punto di incontro l’uomo fisico prende il posto dello Spirituale, e ciò astronomica mente corrisponde alla Bilancia mitica ♎︎, Ermete, a Enoch, poiché la fedele ♎︎ (Bilancia-Libra), l’Uomo, è posta in mezzo, come la celeste egida di salvezza.
Osservate la Ruota di Ezechiele:
♈︎♉︎♊︎♋︎♌︎|♍︎
___✚ ♎︎|
____|♏︎♐︎♑︎♒︎♓︎
Quando la donna nasce dalla costola sinistra di Adamo, la pura ♍︎ (Virgo) si separa, cade nella generazione, o ciclo discendente, e diviene ♏︎ (Scorpio), emblema del peccato e della materia; astrologicamente, il segno ♏︎ (Scorpio) governa gli organi genitali.
In maniera analoga, considerato sul piano etimologico, il Nome Sacro I A O indica il Soffio della Vita che si genera o si sprigiona tra un maschio, rappresentato dalla linea verticale, e un principio femminile della natura, simboleggiata da un uovo; il sanscrito As, infatti, significa respirare, mentre i termini ebraici Ah e Yah esprimono la vita (per maggiori dettagli leggere attentamente la lectio di Frater SRH: YAH (יה) il potere creativo nell’Adam N.d.A.). Da quanto precedente diviene chiara ed evidente l’efficacia della lettera H, che Abram tolse dal nome della moglie Sarah per collocarla all’interno del proprio nome, che divenne così Abraham.
La lettera I, in greco Iota, nelle altre lingue presenta nomi diversi, e costituiva, come tra gli antichi gnostici, una parola di passo significante lo Scettro del Padre, come vale ancora oggi per certe Fratellanze occidentali.
Anche sull’altare troviamo la lettera I, che con la lettera femminile H precede la S o SS, lo Spirito Santo: è il colmo dell’assurdità credere che il simbolo I H S risalga alla crocifissione di Gesù di Nazareth, in quanto Iesus Hominum Salvator, giacché ΙΗΣ è uno dei più antichi nomi di Bacco (qui sarebbe da verificare N.d.A). È qualcosa di analogo al vecchio motto dei Rosacroce: “Igene Natura Renovatur Integra” - la Natura è rinnovata dal fuoco, o la materia dallo Spirito - che, ripreso nelle sue iniziali, è oggi interpretato ordinariamente come “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum”. Qui il neofita può rilevare come la parola Mater significhi Madre in quasi tutte le lingue, analogamente abbiamo i termini Madra, Mat, Mod, Mud, Matter, eccetera.
Il Tirso, o pigna, portato nelle antiche processioni, era anche un simbolo del principio maschile. L’ovale e verticale che racchiude il ritratto della Vergine, il principio femminile della Natura, diviene la Visica Piscis, e la cornice delle cose divine. La Crux Ansata, segno di Venere, testimonia l’unione dei principi maschile e femminile nella maniera più ovvia, 4 o ☥, il Cerchio (Yoni) e la Croce. Tutte le nostre chiese cristiane esibiscono il simbolo del Phallus nei loro obelischi o campanili che puntano acutamente verso i cieli, e lo stesso vale per gli antichi cerchi di pietre dei Druidi, con il monolite verticale al centro. Davide esegue la sua danza fallica dinanza all’Arca, emblema del principio femminile, mentre il Vishnuita indù porta lo stesso emblema sulla fronte, poiché l’elemento sessuale è evidente in ogni religione sulla terra. I Gigli di Francia hanno lo stesso significato. Tutta l’architettura deriva dalle due line matematiche, la | e la ⎯, dalla cui unione e intersezione si forma la “Croce”. La prima è l’origine della torre verticale, della piramide, del campanile o emblema fallico maschile, che aspira a elevarsi contro la forza di gravità: lo Spirito. La seconda, il segno orizzontale, è il simbolo del tabernacolo, dello scrigno, dell’Arca, della linea base, della materia; l’espressione di tutta l’antica architettura templare egizia, greca ed ebraica. L’unione delle due linee produce la Croce, la fusione delle due rivelazioni, la Legge e il Vangelo.
L’Argha è l’Arca del Diluvio, o Arche: è la Novis biprora, e ha la forma del crescente femminile ☽, la Divinità Donna. E anche l’Argha degli indù, mentre l’Arghe era un vaso oblungo utilizzato dal gran sacerdote come calice sacrificale nel culto di Iside, Astarte e Venere-Afrodite, la dea della materia o dei poteri rigenerativi della Natura, simboli dell’arca che accoglie il seme di ogni vitalità. Naturalmente da tale strumento è derivato il nostro attuale Calice del sacrificio o della comunione. Άρχα la nave, navis, da cui provengono navata e navel (ombelico), eccetera, in cui la Natura animata è redenta, e che rappresenta un ulteriore simbolo dei misteri sessuali. Gli antichi ponevano l’anima astrale dell’uomo, la Ψυχή, la psiche, nell’epigastrio. In maniera analoga, la Pater (o coppa) era il femminile mistico di Pater, il Padre, e indicava una coppa a forma di loto, o Matrice. Patera condivide la medesima radice dei termini pater e patricius; quest’ultimo calzava una scarpa lunare, ovvero a forma di crescente. Il capo del sacro collegio era chiamato Pater patratus, derivato per contrazione da Paterato, eccetera. Padre e lo Spirito sono simboleggiati dalla parola Patri-Arca. Anche il termine Pietro (pietra) in fenicio e caldeo, o P.T.R., letteralmente l’antico aramaico ed ebraico “Patar”, l’interprete o ierofante, può essere ricondotto a un simbolismo analogo. Il sigillo “SS” nel nobile Ordine della Giarrettiera comprende i medesimi simboli, e il motto autentico, interpretato correttamente è: “Yoni soit qui mal y pense”, e non, come si legge comunemente, “Honi…”.
L’origine dell’Ordine della Giarrettiera è assai diverso da quello che comunemente noto. È un Ordine imperiale e femminile che ha la sua origine nella “Rosa”, ed al noto fenomeno periodico e fisiologico connesso con la vita della donna. Le giarrettiere sono due, una bianca e una rossa. I 26 Cavalieri rappresentano le 13 lunazioni doppie, o i tre volte ventisei cambiamenti mitici, “oscuri” e “luminosi”, dell’anno. La Tavola Rotonda di Re Artù, il disco simbolico in certi ambiti mistici, è una perfetta espressione dello stesso soggetto, e Re Eduardo III scelse l’ottava delle “purificazione” per l’inaugurazione di quest’ordine (vedi gli scritti di E. Ashmole, Rosacrucians di Jennings, eccetera).
Come si è rilevato precedentemente, Marte è il pianeta rosso. Porpora e rosso sono gli antichi segni dell’iniziazione; per tale motivo questi colori sono stati riservati alle vesti di re e imperatori, di papi e cardinali, alla monarchia britannica nonché alle lauree universitarie. Dal medesimo principio attuale, qui così spesso citato, ebbe origine la storia della Rosa bianca e della Rosa rossa in Inghilterra. Per non parlare delle bandiere bianche e rosse dei figli di Marte, dell’esercito.
La divinità che presiede all’Irlanda è la “Donna” mistica nata dal “Grande Abisso” o dalla fecondità della natura. È lei a essere impalata o crocifissa sull’Albero della Vita, l’Arpa irlandese, i suoi capelli si intrecciano nelle sette corde mistiche. Abbiamo anche il giorno settimanale di 4 (Venere), o giorno della Donna, o venerdì, giorno in cui è infausto sposarsi.
Le due tavole di pietra con il bordo superiore arrotondato, poste l’una accanto all’altra in un solo blocco sugli altari delle nostre chiese, alludono alle stesse idee. Esse contengono i cinque comandamenti della Legge, o l’Uomo a destra, ove si trova il pilastro di Jachin, e cinque comandamenti del Vangelo, la Donna, a sinistra, ove si trova il pilastro di Boaz; la pietra di destra è maschile e quella di sinistra femminile. La prima è espressa da |, la seconda proviene da ⎯, e unite fanno la ✚. il crescente lunare è la stella degli orientali ★☽, con la stella che sorge tra i due corni del crescente, è l’emblema di Alì tra i maomettani, ed esprime le medesime idee in Egitto, in Persia e nella casa dei Plantageneti. Tuttavia, dobbiamo prestare particolare attenzione al fatto che esiste un significato superiore velato nel simbolo del crescente, o di ☉ (sole) e ☽ (luna) in ♂︎ (congiunzione), in quanto rappresentano l’unione della triade con l’Unità; le corna della Vacca sul capo di Iside hanno precisamente lo stesso valore.
Il berretto frigio, del color cremisi, insieme con il bonnet rouge, o berretto della libertà, hanno un’origine esattamente analoga, derivata dal rito mistico della circumcisio preputii. Il “cappello rosso” dei cardinali segue lo stesso principio. È un cappello “a disco”, una “Rosa” mistica e femminile. Abbiamo anche il pallio, la pelisse (da pellis), la cotta, eloquente ricordo della antichissime vesti di vergogna con cui si coprirono Adamo ed Eva, e successivamente Noè e Cham. Nell’Albero di Maggio troviamo ancora una volta il Phallus e la Yoni, con il primo ornato dei sette colori del prisma. Nello stesso ambito, si può affermare che l’acqua rappresenta la dualità del macrocosmo e del microcosmo, in unione con lo Spirito vivificante, e l’evoluzione del piccolo mondo dal cosmo universale. Nella teosofia cristiana, essa significa anche il misterioso simbolo dell’Anima, mediante la cui interazione con lo Spirito divino l’uomo rigenerato nasce di nuovo.
“Tutto è puro per i puri”. Siamo tutti gradini nella scala del progresso, e dobbiamo iniziare la nostra ascesa dal basso. La natura sessuale e l’amore sono il fondamento della nostra esistenza, ed è stato disposto la più grande felicità fisica dell’uomo, nonché i suoi più grandi dolori, scaturiscono da questa fonte. Se in tutto questo vi è qualcosa di impuro, esso sta nella mente di colui o colei che lo pensano. Di tutti gli atti, quello sessuale è il più potente, giacché in esso l’Uomo si avvicina al massimo grado alla soglia dell’energia divina creatrice. Qui, nell’utero, il tempio velato del corpo femminile, Dio battezza la materia con lo Spirito, ed ecco, essa diviene un essere immortale che possiede in stato embrionale tutti i poteri della Divinità. È ben lungi dall’essere qualcosa di degradante, in quanto Dio non ha aperto nulla di cui l’uomo possa vergognarsi; in questo rapporto, l’anima incontra l’anima in un’estatica fusione di spiriti, e una Divinità sempre vigile, chinandosi verso il basso, “ricopre il Santo dei Santi”, nel Tempio, e accetta il sacrificio consumato con i fuochi dell’amore; entra nella Donna da cui esce, poiché l’Immacolata Concezione è il frutto delle anime elevate e della loro perfetta unione. Il figlio nato in questo modo, autentico figlio dell’amore, deve essere necessariamente superiore ai genitori, giacché tale è il “Cristo”, il Figlio del Dio vivente, non di un dio morto; gli dei morti, infatti, producono semi uomini e semi donne, demoni in forma umana. Una Vergine rappresenta la purezza dell’Anima, e lo Spirito Santo è uno Spirito puro. Ora, la loro unione produce “l’unigenito figlio di Dio”, in quanto Dio non può incarnarsi nell’impurità, tranne che nel caso di un’esistenza progressiva. La leggenda o tradizione della “Caduta dell’Uomo”, dai tratti vaghi, a un fondamento sicuro, giacché appartiene a ogni razza e a ogni civiltà. Per il momento, non è molto importante capire in che cosa consista l’accaduto. I nostri antichi Sapienti scrissero parole allegoriche per le moltitudini, riservandone le chiavi interpretative agli iniziati. La caduta dell’uomo era la caduta dell’Anima dalla sua perfetta forma sferica in uno stato atomico disperso. Prima di essere racchiuso nella materia l’uomo non utilizzava le membra, in quanto era una pura entità spirituale. Allorché il suo involucro divenne più pesante, gli fu necessario ricorrere alle membra, ed esse spuntarono.
L’Anima, simile in perfezione al Sole spirituale, era una sfera; tutte le forme organiche, infatti, sono sezioni della sfera perfetta, e l’uomo è necessariamente una complessa combinazione di linee e cerchi, di cui possiede in sé stesso i dettagli in rapporto matematico, il metodo fondamentale della sua evoluzione nonché la capacità di produrla e riprodurla. Questo stato il terreno di esistenza è necessariamente un tema sacro ed essenziale come quello della formazione stessa dei mondi. Come la misteriosa funzione della Creazione è la più alta e meravigliosa tra quelle che una mente possa attribuire alla Divinità, allo stesso modo il principio di imitazione deve diventare la funzione più nobile e sacra delle creature di Dio; nel corso del tempo, però, gli appetiti istintuali della natura umana depravata hanno stimolato all’eccesso il culto sessuale, degradando così questo nobile concetto della più grossolana licenziosità. La generazione fisica è la porta attraverso la quale l’Anima entra nello stupendo sentiero del progresso eterno, e tuttavia, come accade per ogni altra idea sacra, se abusata, una legge del genere viene considerata come una mera funzione fisica e una volgare sessualità. Di qui la necessità, avvertita dai saggi filosofi antichi, di rivelare tali insegnamenti nei Misteri in un oscuro simbolismo.
Nei nostri antichi scritti biblici e in altri testi, le donne sterili erano stigmatizzati con i più pungenti rimproveri. Agli eunuchi e a coloro che soffrivano di patologie sessuali erano proibiti gli uffici sacri, secondo una legge che è arrivata sino ai Papi cattolici romani.
In un’Anima perfetta le emozioni sono perfettamente soggette alla Volontà, e ogni parte del suo sistema può essere coinvolta in qualsiasi modo senza l’eccitazione del contatto con gli oggetti del coinvolgimento. Anteriormente alla caduta, la donna era un [essere] soggettivo o spirituale, ma l’unione sessuale le impedì, in quanto spirito materializzato, di tornare alla sua condizione soggettiva.
Come affermano gli Ermetismi: “La donna è il prodotto della fantasia impura dell’uomo; creata da una mente offuscata, venne all’esistenza nella settima ora malvagia, quando i mondi soprannaturali e reali scomparvero, e i mondi naturali o illusori cominciarono a svilupparsi nel discendente microcosmo, o nell’arco discendente del grande ciclo. L’uomo, tuttavia, le fornì inconsapevolmente la sua parte di spiritualità, ed ella divenne la sua salvatrice”.
Quando l’anima cadde nel suo stato atomico, le cose soggettive divennero oggettive, il contatto con esse si rese necessario affinché si avessero emozioni di piacere e dolore. Adamo non aveva bisogno di alcun contatto nell’unione sessuale per produrre l’estasi: essa, infatti, poteva realizzarsi mediante la volontà, senza alcuna perdita di virilità. Per tale ragione gli fu ordinato di non unirsi sessualmente, poiché le malattie, la sofferenza e la morte stessa derivano da un normale o innaturale azione dell’amore o della natura sessuale; la “caduta dell’uomo”, infatti, è una caduta di sangue, ma l’occultista deve volgere la sua virilità verso l’alto e verso l’interno, e non deve permettere che essa fluisca verso l’esterno e verso il basso, così da commettere ciò che San Giovanni chiama peccato (vedi I epistola di Giovanni 3:9). La perdita di virilità e peccato, e fu questo il peccato che “sta sulla porta (o luogo di entrata) di Onan” (Genesi, 38:11). Leggiamo anche: “il peccato giace come una copulatrix sulla tua porta” o apertura, ove רבצ è identico a רבא, e non significa solo giacere, distendersi, ma anche unirsi sessualmente. Una pianta o un albero crescono dal fango, ma i fiori e i frutti scendono. Si ha una discesa e una ascesa, E al loro punto di unione si ha la generazione. Questa è la copula della natura: le piante, i fiori, i frutti, gli esseri viventi, eccetera, in realtà non si elevano dalla terra più di quanto faccia la luce del Sole, e moriamo affinché altri possono esistere.
Come dicono a ragione i Kabbalisiti: “l’Uomo perduto”, Adamo, non avrebbe mai dovuto cedere all’irresistibile fascino di Eva, e avrebbe dovuto accontentarsi - parlando metaforicamente - dei piaceri “consentitigli, e rappresentati da altro”, piaceri a cui recò oltraggio con tale scelta, ottenendo la “Morte”; tutto ciò è oscuro, giacché fa parte della Kabbalah segreta e orale, che può essere spiegata esclusivamente agli iniziati.
L’uomo trasse così da se stesso la donna quale entità spirituale. Egli non può più creare con la sua Volontà o Spiritualità. Ora è solo un creatore fisico, e può riacquistare la sua precedente condizione solo a prezzo di un lungo imprigionamento nei vincoli della materia. In un testo ebraico, si menziona l’unione dei “Figli di Dio” con le “figlie degli uomini” che erano avvenenti, ovvero l’unione tra una razza di creature puramente fisiche è una razza puramente spirituale: la loro unione ne produsse una terza, la razza adamitica, che condivideva la natura di entrambi i genitori (non proprio così N.d.A.).
“Moltiplicherò enormemente il tuo dolore e il tuo concepimento”, e ciò si riferisce a una punizione di carattere sessuale. Per mezzo della donna si ebbe la Caduta, e per mezzo dell’Anima vergine si deve avere l’immortalità, perché la Salvezza è opera della Donna. In una vergine non può esservi concepimento né nascita senza effusione di sangue. Fu questo il frutto di quell’albero proibito che portò la Morte, come pure la Vita, nel mondo. Come si è già detto, il concepimento fu una punizione di carattere sessuale, una caduta di sangue, e come ulteriore prova di ciò la Natura versa periodicamente le lacrime di sangue dagli intimi e misteriosi recessi del corpo femminile. Di tutte le creature di Dio, la donna è l’unica ad avere questa maledizione, e la sua ispirazione è fatta di sangue e di amore. Nel grande ciclo futuro, sotto Anael, Principe della luce astrale, la Donna diverrà la giusta e legittima pari dell’Uomo, e l’intuizione si mostrerà superiore al semplice intelletto: la Donna, infatti, è veramente un Mistero. Gesù fu unto da una donna solo una volta, e disse di lei: “lo ha fatto in vista della mia sepoltura”.
In effetti, le razze degli esseri viventi volgono gli occhi in basso durante l’unione sessuale, ma la famiglia umana costituisce un’eccezione: l’uomo, infatti, debole figlio della materia, volge lo sguardo verso la materia in cui si è imprigionato, no guarda verso l’alto, verso la Volta celeste, perché “si salva mediante la procreazione, con la quale un essere immortale viene lanciato nell’universo infinito della Divinità”.
L’onanista vede nella sua immaginazione l’oggetto della sua lussuria, e agendo sulle sue emozioni contamina se stesso; la virilità, così persa per l’uomo, non è persa per la Natura, perché va a costituire un protoplasma da cui sorgono microrganismi, vermi, rettili, che sono una maledizione per la terra e per il genere umano. Per mantenere il vostro cuore giovane, tenero e pieno d’amore verso la vostra compagna, pensate a lei come nel periodo in cui la corteggiaste e la conquistaste; un uomo privo di passione è un mostro infernale non solo qui sulla terra, ma in tutti i mondi stellati dello spazio. Per distruggere l’amore fisico sensuale, pensatelo collegato con qualcosa di disgustoso e vile, ed esso rapidamente morirà. Contemplate un corpo umano, risultato di nove mesi di gestazione, con vermi ripugnanti che brulicano fuori dentro le sue nove porte o orifizi; pensate che questa è la fine di ogni carnalità, che presto anche voi sarete così, E che la sudicia materia gelerà quelle labbra che ora potete orgogliosamente storcere: tutto questo susciterà il vostro disgusto per le follie della vita, e domerà le passioni di chiunque sia in grado di riflettere. In tal senso, per distruggere una qualsiasi sensazione create il suo contrario.
In realtà i nostri teologi e uomini di scienza vedono “come in uno specchio, in maniera confusa”, dato che non comprendono i caratteri misteriosi, sempre presenti e segretamente cifrati che sono tracciati dal dito divino dell’Infinito sulla conchiglia multicolore proveniente dal letto umido delle profondità oceaniche, sulla foglia verdeggiante che, scintillando della goccia di rugiada celeste, tremula alla mite brezza, non che sui fiammeggianti fiori della notte che ingioiellano o la volta del firmamento celeste, quelle palpitanti stelle che secondo la loro percezione non sono più o meno luminose di alcune righe di idrogeno.
Il neofita, tuttavia, deve sviluppare in se stesso soprattutto la facoltà latente ma divina propria dell’Anima, ovvero l’intuizione, che è infinitamente più vasta del nebuloso nozionismo libresco; il potere dell’intuizione, infatti, è la corona e il culmine della sua esistenza. Solo a tale potere gli indù attribuiscono i loro Veda e gli ebrei la loro Bibbia, e ciò che il Nazareno ha donato al mondo furono precisamente i suoi frutti, anche se al giorno d’oggi sono stati così tristemente sfigurati e dogmaticamente rappresentati.
L’aspirante neofita, quindi, tenga a mente in piena coscienza che come Spiriti immortali noi siamo infiniti nelle capacità illimitati nel potere.
L’unico orizzonte che limita queste facoltà non è tanto rappresentato dalla seduzione e dalle catene del corpo umano, quanto piuttosto dal desiderio di sapere come controllarlo e sottometterlo. L’impero delle passioni e delle emozioni mentali spinge l’anima a cedere agli impulsi del corpo; in tal modo il regno spirituale si esaurisce, e l’Anima esercita solo un controllo temporaneo, interrotto e spasmodico sulle sue facoltà o attributi elevati e trascendenti. E necessario compiere tali sforzi, prima di salire lungo i nobili e difficili gradini dell’Adeptato.
Non cercate di abbracciare l’eternità in un breve spazio di tempo. Siate pazienti, e tutto vi sarà rivelato nella misura del vostro merito, giacché la sapienza filosofica sta facendo attualmente lievitare le menti degne della società civilizzata, e viene insegnata in frammenti isolati dai solitari pionieri del “Tempio della Sapienza” che verrà. I nostri elevati Sovrani psichici - venerati e nobili Maestri - non sono solo Adepti nella forza mentale necessaria alla loro meravigliosa funzione, ma sono “Maggi” nel senso pratico del termine: la loro conoscenza ed esperienza dell’occulto nella Natura pone i misteriosi elementi di potere di quest’ultima al loro servizio. I nostri insegnamenti sono derivati dalla sapienza accumulata nei millenni, nonché dall’ispirazione di piani dell’essere ben superiore rispetto a quelli dei comuni mortali. Le ricerche in questi piani trascendenti, infatti, sono realizzate grazie agli ausili che gli attributi spirituali elargiscono all’uomo.
La pratica e la teoria sono entrambe necessarie per la formazione di opinioni corrispondenti alla verità. Dalle più intime profondità del centro stesso della terra sino alle più sublimi ed elevate altezze dei sistemi astrali, intagliati e solcati da fiori stellati per tutto il blu del cielo infinito; dalla forza che cristallizza il corrusco diamante e arrotonda la lucente rugiada e le lacrime, fino a ciò che rende rarefatti i piani più sottili dell’etere: tutto l’Universo i Sapienti hanno esplorato in cerca della Verità assoluta. Non si vergognano della dignità cui aspirano, ne ritengono che la loro umanità si degradi nel compiere la meditazione, ma conoscono e comprendono pienamente l’efficacia dei luoghi sacri e degli oggetti consacrati, e stimano che lo spirituale deve essere sempre il completamento della scienza materiale.
Allo stesso modo in cui il foetus infantile si sviluppa nel grembo materno dal liquor amnii, così i mondi germinano dall’Etere universale, o Fluido astrale, nel grembo dell’Universo. I figli cosmici, come abitanti pigmei, sono dapprima nuclei, poi ovoli e infine giungono a maturità; divengono madri, e gradualmente sviluppano forme minerali, vegetali, animali e umane. Dal centro della circonferenza, dall’impercettibile e microscopica vescicola ai più remoti confini del Cosmo, quegli stupendi e gloriosi pensatori, attraverso cicli che si riversano in altri cicli, contenenti e contenuti in una serie in interrotta, seguono le tracce dell’Illimitato e dell’Infinito: perché non esiste alcuna Fine.“
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